Quando nasce Hubout
L’idea di Hubout nasce nel 2013 come esito delle riflessioni sull’impatto delle politiche per i giovani sullo sviluppo locale, maturate nello scambio costante e continuo del Comune di Cinisello Balsamo con una rete piuttosto ampia di stakeholder territoriali. Nasce come Laboratorio Creativo ma in poco tempo si trasforma. Le principali direttrici sulle quali si è sviluppata l’idea di Hubout fanno leva sul dibattito promosso a livello nazionale che accosta le azioni di innovazione sociale allo sviluppo locale.
Il concept
L’idea era quella di partire dal concetto di HUB come perno e non come centro. Uno snodo per la creazione di relazioni e reti nuove, per l’incrocio di idee e creatività, per lo sviluppo di cittadinanza attiva e consapevole e di coesione sociale. La parola OUT accostata a questa idea di HUB vuole promuovere la nascita di snodi, piccoli hub, fuori da “un centro”, perché quello che è centrale sono le relazioni ed in particolare quelle con i luoghi che viviamo, indipendentemente dalla dimensione che hanno. Non è necessario avere un unico HUB in una città come Cinisello Balsamo. Tuttavia, dovrebbero avere una funzione simile, cioè contribuire a sviluppare il senso di comunità e di appartenenza ad un territorio e fungere da elemento di innovazione non solo nelle relazioni ma nelle azioni che vengono compiute perché questo si rigeneri. La rigenerazione urbana è uno dei mantra dei nostri giorni. Pensavamo e pensiamo ancora che sia importante affiancare all’azione di rinnovamento di spazi e infrastrutture la capacità dei territori di ri-attivarsi e ri-animarsi, perché solo così si rinsaldano i legami tra i cittadini, si crea coesione e cittadinanza attiva.
Le strategie
Hubout parte dalla creatività giovanile. Il primo progetto infatti ha dato vita a ZAC – Zone Artistiche Condivise (ZAC) grazie all’impegno di oltre 30 giovani solo nel Comune di Cinisello Balsamo ed oltre 20 nel Comune di Fermo. È stata l’iniziativa pilota, in cui il rapporto tra cittadini e il loro ambiente di vita, la loro città, mediato dalla produzione artistica ha fatto da sfondo a tutta l’azione progettuale, a partire dai processi partecipati. L’interesse dei cittadini per la “cosa pubblica”, per i beni comuni si direbbe oggi, è emerso grazie all’opera di giovani artisti e artigiani, creativi e curatori che hanno contribuito a costruire e realizzare concrete strategie di connessione, come la piazza in legno di Largo Milano. Un’opera invasiva ma provvisoria, perché l’idea è che gli interventi debbano essere un visibile esempio di come uno spazio, se c’è la cura, la passione e la volontà di chi lo vive, può diventare una risorsa per la comunità anche nel cambiamento. Non è importante che uno spazio sopravviva più di tanto nel tempo è importante però che si generi all’interno di una comunità la capacità, la voglia e l’abitudine a rinnovare lo spazio pubblico e ricostruirlo a propria misura per i propri bisogni. Così come si fa quando cambiamo l’arredo di casa, perché lo spazio pubblico “ci” appartiene. Lavorare su e con un territorio, promuovere la coesione e il senso di comunità è stato sin dall’inizio l’obiettivo di hubout. Partire dalla produzione artistica, dall’idea di arte pubblica partecipata, è stata invece la scelta vincente che ha permesso di innestare processi di animazione territoriale capitalizzando anche le competenze degli operatori sociali. Centrale è il processo partecipato, ma altrettanto importante il prodotto finale, esteticamente bello perché un manufatto artigianale e artistico al contempo. Importante la dimensione temporale. Il processo e il prodotto devono essere in un tempo limitato e non dilatato. L’arte crea perché libera le risorse creative di un territorio dal vincolo della norma, della routine, in nome dell’opera d’ingegno, dell’opera unica che non impegna se non per il tempo della sua realizzazione. Per questo non può essere ripetuta continuamente. Vanno trovate forme di mantenimento come anche altre forme di attivazione e animazione territoriale. Ma l’arte non solo per questo. Dare vita ad inedite connessioni o riallacciare legami vuol dire provocare. L’arte pubblica deve provocare confronto e discussione promuovere il senso critico, motore per il senso di iniziativa che spinge all’incontro tra persone. Alla base di ogni azione di comunità c’è l’ascolto dei bisogni di un territorio. Con Hubout abbiamo voluto interpretare il bisogno come l’espressione di un desiderio. Abbiamo allora capito e scoperto che c’era e c’è ancora desiderio di bellezza, di cura, di conoscenza di incontro e di socialità.
Innovazione Sociale per lo sviluppo locale
Nasce invece dalla consapevolezza di giocare un ruolo importante nello sviluppo locale, il nostro desiderio di stimolare il territorio a crescere e imparare promuovendo progetti e servizi innovativi. Abbiamo così dato vita nel 2016 al MakersLab: il primo laboratorio di fabbricazione digitale in Lombardia aperto in una Biblioteca pubblica e il secondo in Italia dopo Pistoia. Un servizio tutt’ora attivo grazie alla proficua collaborazione con il CSBNO che ha inoltre dato vita, in un’ottica di contaminazione di conoscenze e saperi, ad altri laboratori di fabbricazione in biblioteche dell’hinterland milanese. Trovate in questo sito tutte le informazioni alla sezione dedicata. Nel 2018 abbiamo invece inaugurato lo spazio di coworking SpazioCofò, presso la Villa di Breme Forno a Cinisello Balsamo. Il primo spazio di coworking pubblico della provincia di Milano. Un servizio tutt’ora attivo e gestito a un’associazione giovanile. Anche su questo servizio troverete le informazioni nella sezione dedicata. Ma abbiamo fatto anche di più. L’esperienza di SpazioCofò è diventata una buona prassi, tema di un gemellaggio con la città di Matera. Il progetto di gemellaggio è finanziato nell’ambito dell’avviso “Sinergie” e mira a replicare la stessa esperienza a Matera e andare oltre, introducendo una sperimentazione sullo sviluppo delle competenze digitali e imprenditoriali. Avviato a marzo 2020 dovrà raggiungere gli obiettivi previsti entro il 31.07.2021.